I lunghi anni dedicati alla ceramica iniziano intorno al 1932 ad Albissola, piccolo centro turistico della riviera ligure che diventa agli inizi del XX secolo, luogo di incontro e laboratorio di sperimentazione per importanti artisti d'Avanguardia, italiani ed europei, attivi nel campo della ceramica.
Gifio lavora e frequenta Tullio Mazzotti, brillante esponente del Movimento Futurista Italiano, che concentra attorno alla fabbrica di famiglia la fantasia e la vivacità di alcuni tra i più importanti artisti del tempo come Fortunato Depero, Prampolini, Munari e Ivos Pacetti
La cittadina ligure diventa, così, la “capitale ceramica d'Italia”, come scrive Filippo Tommaso Marinetti sulla Gazzetta del Popolo del 7 settembre 1938. Gifio fece parte della corrente futurista, selezionato per la Mostra Nazionale del Futurismo (Roma 1933) e in quell’occasione “battezzato” con lo pseudonimo di “Gifio” da Marinetti che lo conobbè e apprezzò.
La sua attività di ceramista d’arte fu intensa e si trasferì negli anni a seguire nello studio di Alassio dove l’artista si dedicò alla creazione di una ricca produzione di sculture e oggetti.